MAUSOLEO DEI CADUTI AM TORINO
CIMITERO GENERALE DELLA CITTA’ DI TORINO
a cura di Alberto Cotrone · 25/02/25
Il Mausoleo sorge nel Cimitero Generale della Città di Torino su un’aerea di circa 88 mq concessa gratuitamente ed in perpetuo dall’Amministrazione Comunale cittadina.
L’ideazione dell’opera fu curata dall’allora Presidente della Sezione ANFCMA di Torino Capitano in congedo Enrico FIORE (funzionario delle Ferrovie dello Stato), allo scopo di dare degna sepoltura ai Caduti dell’Aeronautica e di affermare l’imperitura riconoscenza della Città di Torino, culla dell’Aeronautica Italiana, a coloro che sacrificarono la loro vita nell’adempimento del dovere nell’Arma Azzurra e nell’Aviazione Civile. Il Capitano FIORE e la moglie Italina avevano perso il proprio figlio, allievo dell’Aeroclub di Torino, caduto per un incidente di volo sull’Aeroporto di Mirafiori nel 1939.
Il progettista generale dell’opera fu l’Architetto Umberto CUZZI. Il progetto venne presentato al Comune di Torino negli anni 1953/54.
Nel 1958/59 il Cap. FIORE, giunto al termine della propria esistenza, chiese al Signor Mario CELLERINO di continuare l’opera da lui intrapresa. Grazie all’impegno dell’Ingegnere Luigi RICHIERI, Vice Presidente dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino, il progetto venne incluso nelle opere da finanziare con i fondi delle manifestazioni di “Italia 61”, per un importo di 10 milioni di lire. L’opera venne inaugurata, nei primi anni sessanta, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare – Generale di Squadra Aerea Aldo REMONDINO e del Comandante della 1^ Regione Aerea - Generale di Squadra Aerea Giovanni GIACHINO, e di altre autorità militari e civili.
Il Mausoleo presenta una Camera Sotterranea composta da 12 loculi e da un pozzetto ossario, e di una parte Fuori Terra, formata da una platea e due elementi verticali, ove sono collocati 6 loculi per salme e 344 cellette – ossario.
Il Monumento è così articolato:
- un’ala in cemento armato ricoperta di lastre di rame, sorretta da una grande mano di bronzo. Entrambe escono da un prato costellato di croci azzurre. La simbologia di questo complesso è che dai campi di aviazione, coperti di croci, esce la mano ciclopica degli Aviatori Caduti a sostenere e rilanciare l’ala che non può e deve morire; opera del Professor Aurelio QUAGLINO;
- una statua in bronzo protesa nel cielo simboleggia l’anima dell’Aviatore che ascende, fissa e rapita, al suo cielo, per l’ultimo volo, senza commiato e senza ritorno; opera dello scultore Giovanni MASOERO;
- una testa in marmo statuario, sita all’ingresso posteriore tra le due quinte verticali. La testa, con i capelli al vento, rappresenta la turbinosa velocità che, vera sirena per chi vola, rapisce e scaglia il corpo pesante oltre i confini del tempo nella sublime avventura del volo; opera del Prof. QUAGLINO.
Una teca ricavata nella celletta – ossario della quinta posteriore. La stessa intelaiata in bronzo e chiusa da una porticina parte in bronzo e parte in smalto colante azzurro, contiene le pergamene rilegate in cuoio ed in bronzo, che contengono la preghiera dell’Aviatore ed i nomi dei Caduti. Opera del già citato Prof. QUAGLINO.
L’ideazione dell’opera fu curata dall’allora Presidente della Sezione ANFCMA di Torino Capitano in congedo Enrico FIORE (funzionario delle Ferrovie dello Stato), allo scopo di dare degna sepoltura ai Caduti dell’Aeronautica e di affermare l’imperitura riconoscenza della Città di Torino, culla dell’Aeronautica Italiana, a coloro che sacrificarono la loro vita nell’adempimento del dovere nell’Arma Azzurra e nell’Aviazione Civile. Il Capitano FIORE e la moglie Italina avevano perso il proprio figlio, allievo dell’Aeroclub di Torino, caduto per un incidente di volo sull’Aeroporto di Mirafiori nel 1939.
Il progettista generale dell’opera fu l’Architetto Umberto CUZZI. Il progetto venne presentato al Comune di Torino negli anni 1953/54.
Nel 1958/59 il Cap. FIORE, giunto al termine della propria esistenza, chiese al Signor Mario CELLERINO di continuare l’opera da lui intrapresa. Grazie all’impegno dell’Ingegnere Luigi RICHIERI, Vice Presidente dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino, il progetto venne incluso nelle opere da finanziare con i fondi delle manifestazioni di “Italia 61”, per un importo di 10 milioni di lire. L’opera venne inaugurata, nei primi anni sessanta, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare – Generale di Squadra Aerea Aldo REMONDINO e del Comandante della 1^ Regione Aerea - Generale di Squadra Aerea Giovanni GIACHINO, e di altre autorità militari e civili.
Il Mausoleo presenta una Camera Sotterranea composta da 12 loculi e da un pozzetto ossario, e di una parte Fuori Terra, formata da una platea e due elementi verticali, ove sono collocati 6 loculi per salme e 344 cellette – ossario.
Il Monumento è così articolato:
- un’ala in cemento armato ricoperta di lastre di rame, sorretta da una grande mano di bronzo. Entrambe escono da un prato costellato di croci azzurre. La simbologia di questo complesso è che dai campi di aviazione, coperti di croci, esce la mano ciclopica degli Aviatori Caduti a sostenere e rilanciare l’ala che non può e deve morire; opera del Professor Aurelio QUAGLINO;
- una statua in bronzo protesa nel cielo simboleggia l’anima dell’Aviatore che ascende, fissa e rapita, al suo cielo, per l’ultimo volo, senza commiato e senza ritorno; opera dello scultore Giovanni MASOERO;
- una testa in marmo statuario, sita all’ingresso posteriore tra le due quinte verticali. La testa, con i capelli al vento, rappresenta la turbinosa velocità che, vera sirena per chi vola, rapisce e scaglia il corpo pesante oltre i confini del tempo nella sublime avventura del volo; opera del Prof. QUAGLINO.
Una teca ricavata nella celletta – ossario della quinta posteriore. La stessa intelaiata in bronzo e chiusa da una porticina parte in bronzo e parte in smalto colante azzurro, contiene le pergamene rilegate in cuoio ed in bronzo, che contengono la preghiera dell’Aviatore ed i nomi dei Caduti. Opera del già citato Prof. QUAGLINO.