Lampada della fraternità - Ricerca storica
Sacrario AM del Cimitero Monumentale del Verano

a cura di Alberto Cotrone · 04/02/25

Ogni anno, il 1° novembre, al Sacrario dei Caduti dell’Aeronautica Militare – Cimitero Monumentale del Verano di Roma, ai piedi del Monumento delle Aquile, si ripete la cerimonia dell’accensione congiunta, da parte del Signor Capo di Stato Maggiore AM e del Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Mutilati dell’Aeronautica (ANFCMA), della “Lampada della Fraternità”.
Come Associazione ci siamo interrogati sulle origini di questo gesto simbolico, sui suoi significati più profondi, quelli che stanno al di là dell’aspetto formale della cerimonia. Dopo una breve ricerca storica abbiamo rinvenuto le radici della tradizionale accensione della lampada che per anni ha trovato importante e doverosa collocazione nell’annuale celebrazione del 1° di novembre.
Al termine del secondo conflitto mondiale, che lasciò alle proprie spalle milioni di morti e di mutilati, apparve chiaro che, fra i popoli già nemici, l’odio andava scomparendo e che si era accesa, nell’umanità, una fiamma di rassegnazione e perdono.
“Poiché il dolore delle donne italiane era lo stesso dolore delle donne straniere, perché non sostituirsi le une alle altre, per onorare ogni Caduto in guerra, al di sopra ed al di fuori di ogni ideologia razza o religione?”. Un sacerdote Don Ferdinando BALDELLI, poi divenuto Vescovo, Presidente della Pontificia Opera di Assistenza (POA) raccolse il compito di concretizzare la necessità di unire tutti i popoli.
Oltre alle vedove, ai genitori dei caduti, ai congiunti dei dispersi, Don BALDELLI sentiva forte la necessità di avere al suo fianco gli ex combattenti, che avendo conosciuto l’orrore delle guerre, erano i più qualificati ad abbracciare e sostenere il concetto di pace.
Tutte le Associazioni combattentistiche e d’arma, di reduci, di ex prigionieri e di chi aveva comunque sofferto la guerra, sentirono la forza e la bellezza dell’idea e vi aderirono con fervore.
Il simbolo di questo nuovo movimento divenne la Lampada che, dopo la scomparsa di Cristo e nelle catacombe romane, i cristiani accendevano per fare luce a coloro che accorrevano per ascoltare la parola di pace, di perdono e di speranza di Pietro, primo Pontefice di Roma.
Per la custodia delle lampade destinate ad ardere in tutto il mondo fu scelta l’Abbazia di Montecassino che, nel secondo conflitto mondiale, aveva sofferto le offese di una umanità impazzita e scatenata dal furore bellico.
Nel 1950 le lampade, precedentemente benedette da Papa Pio XII, in un rito svolto nella Basilica di Massenzio, alla presenza di Autorità italiane e straniere, civili e militari e illustri esponenti di religioni diverse, furono passate tra loro da sette mamme e vedove italiane e da sette mamme e vedove straniere destinate ad ardere ovunque fosse passata la guerra. Intorno alla lampada simbolica si strinsero, in comunione di intenti, congiunti di Caduti e Dispersi, ex Combattenti, ex Prigionieri, Profughi Esuli, Vittime di Guerra.
Alla fiamma della lampada si unirono genti di razze, ideologie e religioni diverse al fine di ritrovare un unico linguaggio di fraternità e solidarietà.
Il simbolo della lampada è quello di far conoscere ai Governi la volontà delle genti di risolvere ogni eventuale controversia in una aperta discussione tra le parti interessate senza ricorrere all’incognita di nuovi e tremendi conflitti. Questo è lo spirito della “Lampada della Fraternità” che si è diffusa su tutta la terra attraverso i Comitati Nazionali, sparsi nelle cinque parti del mondo.
All’epoca le lampade erano 105 di cui 60 in Italia, 7 in Francia, 2 in Belgio, 3 in Olanda, 16 in Germania, 1 in Austria, 1 nel Ceylon, 1 nel Ghana, 1 in Sierra Leone, 1 In Israele, 2 in Canada, 2 in Australia, 1 in Nigeria ed 1 nelle Filippine.
Numerose sono state le iniziative adottate negli anni dal Comitato Nazionale Italiano “Lampada della Fraternità” in stretta collaborazione con la POA. Dopo il 1970, con la cessazione delle attività di quest’ultima e con il consolidarsi in Europa di un lungo periodo di pace, anche le iniziative del Comitato Nazionale si sono ridotte per frequenza ed intensità. Contemporaneamente nei numerosi scenari di “guerre limitate” negli altri continenti, si è dimostrata sempre più significativa l’attività di numerose organizzazioni umanitarie internazionali.
La semplice ma pregnante cerimonia annuale dell’accensione della “Lampada della Fraternità”, ai piedi del Monumento delle Aquile, oltre a tenere viva una compassionevole tradizione di ammirato ricordo di chi si è sacrificato per la Patria, onora e consolida i contenuti del “Decalogo della Lampada”.
L’ANFCMA, nei precedenti ed ancor più nel vigente Statuto, nonché in numerose iniziative, ha fatto proprio lo spirito intero del “Decalogo” ma soprattutto dà concretezza al credo di diffondere nelle nuove generazioni la “migliore educazione morale, patriottica e sociale”.

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